SMARTART N. 55 – GAETANO PREVIATI, TRA SIMBOLISMO E FUTURISMO

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SMARTART N. 55 – GAETANO PREVIATI, TRA SIMBOLISMO E FUTURISMO

La mostra in corso al Castello Estense di Ferrara fino al 27 dicembre, in occasione del centenario della morte di Gaetano Previati, rappresenta un ottimo pretesto per vedere  non solo la mostra, ma anche le sale di uno dei castelli medievali più belli e meglio conservati d’Italia.

Gaetano Previati, nato a Ferrara nel 1852 e morto a Lavagna, in Liguria nel 1920, e’ un artista ancora oggi non conosciuto dal grande pubblico, ma e’ stato un grande innovatore della pittura italiana, un precursore della modernità e delle grandi avanguardie storiche del ‘900. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera a Milano, esordì in ambito artistico con soggetti tipicamente romantici, temi storici, patriottici, melodrammatici, esibendo una grande abilità.

L’incontro determinante che diede una svolta alla sua concezione artistica, fu quello con il mercante d’arte Vittore Grubiery de Dragon,  che gli fece conoscere la  ristretta cerchia dei pittori divisionisti e venne in contatto con il principale di essi, Giovanni Segantini (1858 – 1899). Da quel momento la sua pittura cambiò, diventando insieme a Segantini, a Pelizza da Volpedo ed ad Angelo Morbelli,  uno dei principali esponenti del divisionismo italiano nonché il teorico di questo stile. In cosa consiste la tecnica divisionista? Si tratta di una variante del puntinismo, cioe’ della scomposizione dei colori composti in colori elementari, i tre primari, che,  accostati tra loro attraverso piccoli colpi con la punta del pennello, danno l’illusione ottica dell’intera tavolozza. Ad esempio accostando un punto rosso ad uno giallo, l’occhio, a distanza legge il colore arancio. Il maestro di questa tecnica fu George Seurat. Partendo da questo principio, i divisionisti utilizzarono una tecnica simile ma costituita da filamenti, linguine, quindi strisce di colore puro e non piccoli punti. I quadri divisionisti hanno quindi la caratteristica di essere costituiti da tantissimi filamenti che donano una superficie ricca di onde sinuose, circolari. Qualcosa di molto simile era presente nei dipinti di Van Gogh. Siamo in un periodo storico in cui la scienza sta facendo passi da gigante e le onde magnetiche ed elettromagnetiche sono scoperte di quel periodo, molti storici hanno quindi azzardato una corrispondenza tra quelle scoperte scientifiche e le nuove tecniche artistiche, che indubbiamente danno l’idea di uno spazio invaso da onde di ogni tipo: acustiche, luminose, elettriche. In seguito, il movimento futurista trasse grande ispirazione dai divisionisti e Boccioni e Balla, furono autentici ammiratori delle opere di Previati. Oggi sappiamo che quella particolare tecnica non sopravvisse al futurism0, tranne in rarissime eccezioni, in quanto dopo aver sperimentato tutte le possibili variazioni di scomposizione di colori, in filamenti, quadretti, puntini, gli artisti si trovarono in una specie di vicolo cieco, cioe’ non si poteva andare oltre quanto già fosse stato fatto, mentre la stesura uniforme di colore (a plat), che negli stessi anni veniva utilizzata da Gauguin ed in seguito da Matisse diede tantissime nuove possibilità di ricerca ed innovazione.

Ma non divaghiamo e torniamo a Previati; come ben illustrato in mostra l’artista ferrarese seppe ben coniugare questa tecnica per dare forma visibile alla sostanza immateriale degli stati d’animo, dei sentimenti e delle visioni trascendenti.  Molte sue opere non sono da considerare “belle” secondo una concezione canonica del termine, ma suggestive, in grado cioè di arrivare direttamente a trasmettere quelle particolari sensazioni emotive che rappresentano una delle chiavi di lettura più interessanti della sua arte. Anche nel suo periodo romantico, quadri religiosi come il Cristo crocifisso oppure quadri a carattere storico come “gli ostaggi di Crema” o ancora con “morte di Parisina”, sono opere di una intensità tale da riuscire a provocare emozioni e  stati d’animo, difficilmente riscontrabili in altri autori di quel periodo.

 Gaetano Previati non e’ stato solo un maestro del divisionismo o del romanticismo italiano, tutta la sua opera e’ pervasa da un forte carattere simbolico ed allegorico. Questa caratteristica rappresenta un’altra costante in tutti gli innumerevoli temi da lui affrontati, riscontrabile anche nel periodo dei paesaggi liguri. Proprio questi paesaggi sono oggetto di un’indagine da parte dell’artista che li associa a particolari stati d’animo; calibra l’intensità della luce (di cui e’ sempre stato un maestro) per dialogare con l’anima, cosicchè, i prati, il cielo, gli alberi, perdono il loro valore narrativo per assumere un valore simbolico.  Per tutte queste ragioni,  Previati e’ da considerarsi un anello di congiunzione tra i grandi movimenti dell’Ottocento e quelli dei primi del Novecento, un artista che ha saputo perfettamente interpretare un’epoca storica e soprattutto portatore di un tipo di arte assolutamente originale, in un’epoca, quella della fine del XIX secolo in cui solo pochi artisti ebbero la sensibilità di avvertire i profondi cambiamenti in atto e ancor meno furono coloro che ebbero la capacità di trasmetterla con tanta chiarezza. Una delle chiavi di lettura, di una delle sue opere più celebri, “la ferrovia del Pacifico”, può, a mio avviso, essere proprio il viaggio verso la modernità del nuovo secolo.

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