Arte e mercato

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Arte e mercato

Troppo si parla di denaro nell’ambito dell’arte e sempre meno si parla di arte. Non dovrebbe essere il contrario? Oggi il concetto di arte e’ più legato ad una idea di investimento che non a valori estetici  che da sempre sono stati il parametro di valutazione primario in un’opera d’arte. Non che l’investimento in arte non sia giusto, anzi, ma considerare questo aspetto come fondamentale, da appassionato d’arte, nonchè artista e gallerista, lo trovo pericoloso, sia per l’arte che per il collezionista d’arte. I media (televisione e riviste del settore) e le fiere specializzate tendono sempre più insistentemente ad influenzare e ad orientare gli acquisti, col risultato di creare una serie di artisti alla moda, che per un biennio o triennio sembrano essere gli unici protagonisti della scena ,  per poi essere prontamente sostituiti  da altri e ricominciare da capo. L’arte e’  prima di tutto cultura, passione, amore. L’arte deve arricchire lo spirito e contribuire alla crescita personale e culturale. Deve concorrere  a rendere la vita più piacevole e ad appagare quel bisogno di poesia che la nostra contemporaneità sembra volerne fare a meno.

4 Comments

  1. Umberto Scopa ha detto:

    mi complimento per il sito, che oltre a essere bello può essere un crocevia di pensieri interessanti tra appassionati della materia, mentre “feisbuc” è ormai troppo contaminato da altre cose. Concordo sul giudizio. Aggiungo una frase che tengo cara da un libro di Kurt Vonnegut dalla prefazione al suo romanzo “Barbablù”, che esplora, fra l’altro, con ironia molte assurdità del mondo dell’arte. L’autore definisce grottesche le cifre pagate in quest’ultimo secolo (ndr quello scorso) per opere d’arte. E aggiunge “tremende concentrazioni di ricchezza cartacea hanno fatto si che poche persone o istituti potessero attribuire a certe forme di umana giocosità una sproporzionata, inadeguata e quindi angosciante serietà d’intenti”.

    Insomma c’è materia per i neuroni

    p.s. mi complimento per i suoi dipinti che osservo spesso dalla strada sulla vetrina di via Goretti. La trovo una pittura di pregevole tecnica e personalità. Un saluto
    Umberto Scopa

    • Alfredo Pini ha detto:

      grazie Umberto, sia per il commento al post che per i complimenti al sito ed al mio lavoro. Quando ha tempo e voglia si entri a trovarmi.

  2. Daniele Galloni ha detto:

    In quest’epoca l’offerta di quadri supera di gran lunga la domanda , ormai da parte degli artisti penso che il problema più grande sia la visibilità. Questo può andare a discapito della qualità . Il pubblico è disorientato e chi vorrebbe acquistare un’opera senza avere una preparazione specifica sulle qualità pittoriche ,intendo significato, estetica e tecnica ,se non quotata non ha un’idea di che valore darle. Ad altra parte di pubblico invece interessa solo l’aspetto dell’investimento. In questo panorama ,come pittore scelgo di dedicare la gran parte delle mie energie alla pittura anziché alla visibilità, continuando a credere caparbiamente che una buona tela sia più importante di un ’effimero successo dato da una visibilità cercata ad ogni costo.

  3. Caro Alfredo, intanto complimenti per il sito, bello, interessante e valido come ogni tua iniziativa del resto; grazie anche per questa possibilità di discussione che ci offri relativamente al mondo dell’arte….

    In merito alla tua giusta osservazione che dire…sono assolutamente d’accordo, anche perché, quello che mi è stato insegnato (sin da ragazzo dai miei genitori appassionati di arte…poi per me è diventato anche un lavoro come sai…)…è che intanto bisogna comperare quello che piace e che ci regala un emozione anche perché ce lo ritroviamo davanti ogni giorno, appeso in casa o in ufficio!!! Chi…e dico chi….comprerebbe un vestito brutto???? Per poi guardarsi allo specchio e dire “che brutto??? Però è di grande marca….ho fatto un affare”!!!!

    Non è cosi….le cose devono piacere in primis….poi che ben venga anche l’investimento, a nessuno piace perdere soldi ben inteso!!!

    Ma credo che le opere debbano prima prima di tutto piacere, poi comunicare emozione, stimolare domande…capire il perché di un artista….il perché di un lavoro!!!!

    Come direbbe il mio prof. al liceo….

    ” Ars gratia artis”!!!!

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